La Villa di Poggio Imperiale si trova sul colle di Arcetri, sul sistema del Viale dei Colli a Firenze. Originariamente era una villa medicea chiamata Villa di Poggio Baroncelli dal nome dei primi proprietari, che fu venduta ai Salviati nel 1548. Cosimo I la confiscò a Alessandro Salviati nel 1565 per via della sua opposizione al potere mediceo. Cosimo la donò alla figlia Isabella e al marito Paolo Giordano I Orsini. Alla morte di Isabella la villa passò al figlio della coppia Don Virginio Orsini. Dalle ali laterali si dipartiva uno scenografico emiciclo con una balaustra ornata da statue. Al centro del piazzale così delimitato, su un prato, venivano allestite feste e spettacoli all'aperto. Sono rimaste in questa collocazione oggi solo le due statue principali, che decorano l'ingresso monumentale su due massicci piedistalli: Giove saettante di Felice Palma e Ercole che sorregge il cielo di Vincenzo de' Rossi. Per raccordare la villa alla città fu creato un lungo viale rettilineo monumentale, che taglia tutt'ora il colle di Monticelli arrivando fino a Porta Romana, allora Porta San Pier Gattolino. Questo viale era delimitato da un bosco di cipressi, mentre all'imboccatura inferiore esistevano quattro grandi peschiere con sculture e insegne araldiche, che vennero rimosse nel 1773. Nel 1624 prese il nome di Poggio Imperiale per rimarcare le nobili origini della Granduchessa Maria Maddalena che vi soggiornava. Fu decorata all'interno da Matteo Rosselli e aiuti, con temi legati alla casata d'Austria e alle eroine bibliche, su specifica richiesta della Granduchessa, e queste opere sono ancora tra i capolavori di questo artista. Dopo ulteriori ampliamenti (come la sistemazione dei giardini) fu acquistata nel 1659 da Vittoria della Rovere, moglie di Ferdinando II de' Medici, che apportò alcuni lavori di miglioramento tramite l'architetto Giacinto Maria Marmi tra il 1681 e il 1683. Con il Granduca Pietro Leopoldo si ebbero alcuni lavori ad opera di Gaspare Maria Paoletti, che creò |
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i cortili interni al posto dei giardini murati, fece le scuderie e riarredò gran parte delle sale, con decori a stucco dei fratelli Grato e Giocondo Albertolli, vedute marine di Antonio Cioci e scene galanti di Gesualdo Ferri e altre pitture di Filippo Tarchiani. Furono inoltre importate dall'oriente tappezzerie, carte e stoffe indiane e cinesi, che ancora oggi danno un tocco esotico a alcune sale. Il 2 aprile 1770 il giovane Wolfgang Amadeus Mozart tenne l'unico concerto a Firenze nella villa, come ricorda una targa nel portico d'ingresso. Il portico centrale venne sormontato da una loggia con cinque arcate e un timpano con orologio, mentre al posto delle due ali barocche vennero eretti due massici avancorpi con portici. Con la ristrutturazione settecentesca erano andate perdute numerose cappelle, per questo si provvide a edificare nel braccio di sinistra una nuova cappella, chiamata della Santissima Annunziata: divisa in tre navate e con tribuna semicircolare, conserva la sua decorazione settecentesca con le statue di Francesco Carradori e delle Virtù nelle nicchie, fregi in stucco di Bertel Thorwaldsen raffiguranti episodi biblici sulle pareti e sul soffitto una decorazione a tempera di Francesco Nenci con l'Assunzione della Vergine. Con il trasferimento della capitale d'Italia Firenze e i lavori di riordino urbanistico della città, la villa si trovò all'interno della zona dei Viali dei Colli, tracciati da Giuseppe Poggi. Dal 1865 divenne Educandato femminile della Santissima Annunziata (trasferito dall'ex- monastero della Santissima Concezione in Via della Scala) e oggi ospita ancora la stessa scuola, diventata poi liceo secondario e aperta a studenti di entrambi i sessi. All'interno conserva anche un piccolo museo con collezioni scientifiche d'epoca. |
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